Alla ricerca del figlio perfetto

Alla ricerca del figlio perfetto

Il professor Franco Zanon, docente di Chirurgia pediatrica, spiega l’importanza della diagnosi prenatale per affrontare preparati le patologie neonatali, già al momento del parto. Ecco il suo intervento nell’articolo del Mattino di Padova di martedì 23 ottobre.

 

Vogliono figli perfetti Boom di esami prenatali
Confronto all’università di Padova sugli aspetti economici, medici, etici e legali Drigo: «I genitori a volte sono travolti da notizie drammatiche, vanno preparati»

PADOVA. Li vogliono perfetti. Non solo con tutte le dita a posto, con due orecchie, un naso e una bocca, ma «sani al 100 per cento», quasi «programmati» per non ammalarsi. In Veneto cresce l’aspirazione a mettere al mondo bambini senza alcun difetto, senza malattie. Ogni anno nascono circa 45 mila bimbi, dei quali quasi il 15 per cento attraverso tecniche di fecondazione assistita. Le coppie chiedono esami su esami. Ma qual è il momento di fermarsi? A Padova è appena stato dimesso un neonato che deve la sua vita alla diagnosi prenatale: grazie ad un esame sofisticato i medici si sono accorti che soffriva dell’assenza parziale di una parete dell’addome. La madre ha partorito in azienda ospedaliera e dopo il primo vagito il piccolo era già in sala operatoria: l’intervento precoce gli ha restituito una vita normale.

Ma è l’altra faccia della diagnosi prenatale che preoccupa la sanità veneta, che venerdì si riunirà nell’aula magna dell’Università di Padova per discutere degli aspetti etici, medici e legali del sapere prima, a tutti i costi: alcuni esami effettuati nel grembo materno possono essere rischiosi per il bambino. E una volta che si è scoperto che il nascituro soffre di una malattia incurabile come bisogna agire? L’aborto terapeutico in Italia è permesso fino alla settimana di gravidanza numero 24: «Il fattore tempo ha un ruolo importante», spiega Paola Drigo, docente dell’ateneo e presidente del Comitato per la pratica clinica pediatrica, «a volte i futuri genitori vengono travolti da notizie drammatiche e devono prendere decisioni repentine. Gli specialisti che li accompagnano in questo percorso devono essere preparati. Purtroppo non mancano le esperienze di terribili viaggi della disperazione, fatti da coppie che vanno a porre fine alla gravidanza all’estero».

Giovanni Franco Zanon, docente di Chirurgia pediatrica, snocciola dati sull’incidenza delle malformazioni neonatali: «Un caso ogni 3 mila per l’esofago, uno ogni 7 mila per il cromosoma X fragile, stessa incidenza poi per la gastroschisi, un caso ogni 10 mila invece per l’ernia diaframmatica. La diagnosi prenatale aiuta a permettere un intervento immediato, a far partorire le donne che portano in grembo bimbi malati in centri di terzo livello, in grado cioè di far fronte a questo tipo di patologie».

Nel corso del convegno, presieduto dal direttore del dipartimento per la Salute della donna e del bambino dell’azienda ospedaliera Giorgio Perilongo, verranno posti al vaglio i dilemmi etici che porta con sè il desiderio di avere un bambino perfetto, sano ed intelligente: «Oggi la decisione di avere un figlio», spiega Drigo, «è sempre più complessa e legata a problemi di lavoro, di carriera, economici, sociali. Ma quali sono i reali benefici per il bambino e per la madre? L’illusoria idea che fare sia sempre meglio che non fare, che tanto più si offre tanto maggiore sarà il beneficio della persona, può condurre al consumismo sanitario. E inevitabili, ma ancora spesso trascurate, sono le conseguenze in termini di difficoltà decisionali e di abbandono della coppia dopo la diagnosi prenatale».

Articolo di Fabiana Pesci, Il Mattino di Padova – 23 ottobre 2012