Da più di 6 anni è una delle nostre figure di riferimento in Chirurgia Pediatrica: il nostro educatore Fabio Tammiso rappresenta uno dei progetti a cui teniamo di più! Impossibile non volergli bene!
Il suo è un ruolo fondamentale per i piccoli pazienti ricoverati: aiutare i bambini ad affrontare con maggiore serenità il loro “viaggio in sala operatoria”, a vivere senza paura l’abbandono dai genitori nelle fasi preparatorie e a riprendere in mano la propria vita al termine del “viaggio chirurgico” senza paure.
Nel corso degli anni si sono creati legami intensi e unici con ciascun paziente: Tommy è uno di questi, diventato ormai la nostra Mascotte! E dalla voce di Fabio sentiremo il racconto delle sue attività che hanno trovato germoglio anche fuori dal reparto. Grazie Fabio!
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Dopo un lungo periodo di pausa, da settembre 2019 ho potuto riprendere il servizio educativo presso il reparto di Chirurgia Pediatrica. Durante il periodo di inattività ho potuto comunque partecipare alle attività dell’Associazione attraverso i “Blitz in reparto” e altre iniziative proposte dall’Associazione, anche se ovviamente non era la stessa cosa di essere quotidianamente presente in reparto.
Il ritorno in reparto è stato molto emozionante e mi ha portato a confrontarmi con quelle stesse dinamiche che avevo lasciato prima della pausa e che ho potuto recuperare anche grazie al supporto e incoraggiamento dei colleghi e alla disponibilità sempre presente dei volontari dell’Associazione.
Il giorno del mio rientro c’era ricoverato un bambino che con l’Associazione e il reparto conosciamo molto bene data la sua situazione medica che lo costringe da sempre a numerosi ricoveri. Mi ha dato un biglietto fatto da lui con un grande cuore rosso e una scritta “Sono felice che sei tornato”, una dedica molto emozionante che mi ha fatto sentire come se stessi tornando in famiglia; infatti è questo il clima che si respira in reparto, il clima della famiglia.
Nell’arco dell’anno trascorso la famiglia del reparto si è allargata con l’inserimento di un gruppo di clown che tuttora sta portando avanti un progetto di accompagnamento in sala operatoria mediante tecniche di clownerie. La mia attività si è centrata soprattutto nel sostegno educativo in reparto con la collaborazione dei diversi protagonisti che accompagnano il bambino lungo il percorso dell’ospedalizzazione. Si è creato un naturale concatenamento operativo che cerca di rispondere il più possibile a tutti i bisogni che bambini e famiglie esprimono.
In questo periodo, oltre alle attività in reparto, insieme all’Associazione, noi professionisti siamo stati chiamati a portare fuori dalle corsie dell’Ospedale la nostra professionalità attraverso la partecipazione ad alcuni eventi di sensibilizzazione nel territorio nei quali abbiamo incontrato bambini e ragazzi ai quali abbiamo raccontato le nostre attività in reparto.
Gli eventi di sensibilizzazione realizzati con la collaborazione delle scuole primarie di Cadoneghe e Taggì e i ragazzini del Valsugana Rugby Under 12 hanno visto il coinvolgimento di circa 370 tra bambini e insegnanti e sono state preziose occasioni per raccontare l’importanza del dono. Si trattava di un dono particolare però, un dono che vale di più di un giocattolo da regalare ai bambini del reparto. Si trattava del dono del coraggio che ciascun bambino ha potuto consegnarmi depositandolo in una scatola invisibile agli adulti e che solo se si è bambini si riesce a vedere. Questa scatola piena di coraggio è stata portata in reparto ed il mio compito è quello di consegnare quel coraggio a ciascun bambino che incontro.
Con questa metafora ho potuto spiegare ai bambini le difficoltà che i loro coetanei devono affrontare quando sono sottoposti ad un intervento, le paure che devono scacciare, e soprattutto l’importanza di sentire vicino gli altri che donano forza e coraggio nei momenti bui.
Un altro evento molto emozionante è stato l’incontro con un gruppo di ragazzi e ragazze di Cadoneghe che con i propri animatori stavano affrontando il tema della solidarietà e del volontariato.
Il mio intervento era teso a sottolineare l’importanza del volontariato nella formazione delle giovani generazioni e l’impatto che ha avuto nel mio personale percorso di vita tale da farmi decidere di dedicare la mia vita all’educazione e quindi di poter lavorare come professionista in reparto.
L’esito della serata è stato l’impegno del gruppo dei ragazzi di attivarsi per aiutare l’Associazione. Lo hanno fatto raccogliendo fondi e donando degli strumenti utili per la pratica educativa in reparto. Si tratta di 2 t-shirt che collegate ad un’app mostrano sugli smartphone una ricostruzione tridimensionale degli organi del tronco del corpo umano e un grembiule con attaccati gli organi di stoffa che compongono il corpo umano.
La foto seguente mostra la nostra mascotte Tommy che indossa il grembiule.
Questi strumenti se ben contestualizzati sono molto utili durante le attività perché aiutano i bambini e i ragazzi a visualizzare in modo divertente e quindi a comprendere ciò che c’è dentro di noi e cosa l’intervento chirurgico andrà a modificare.
Un obiettivo nell’utilizzo di tali strumenti è quello che i piccoli pazienti possano conoscere quello che l’intervento andrà a fare. Molti studi infatti riportano che una variabile molto importante che segna negativamente il vissuto del paziente è “l’ignoranza” su ciò che gli accade durante l’intervento chirurgico.
Con l’aiuto di questi semplici strumenti donati con l’interesse e l’impegno da parte di altri coetanei, d’ora in poi ogni piccolo paziente potrà entrare in sala operatoria più consapevole e più preparato e sicuramente con maggiore coraggio.
Un’ulteriore importante attività che ci ha visti coinvolti durante questi mesi è stato il collegamento tra il reparto e i volontari dell’associazione che hanno realizzato i blitz.
Prima di ogni blitz io e la collega psicologa ci siamo occupati di realizzare un momento introduttivo per i volontari con qualche consiglio per vivere al meglio l’esperienza. È quello un momento delicato ed emozionante perché si raccolgono le energie di numerosi volontari per permettere loro di entrare nelle vite talvolta molto complicate dei bambini e dei loro familiari presenti in reparto.
Ad un certo punto un virus ha bussato a tutte le nostre porte ma l’associazione grazie alla sua tenacia e alla tecnologia è riuscita ugualmente ad essere presente all’interno del reparto. I blitz e l’attività educativa infatti sono continuati attraverso le videochiamate o registrazione di video.
Da poco io e Benedetta siamo tornati alla nostra attività in reparto per continuare a sostenere i bambini e i genitori che ogni giorno passano il reparto di Chirurgia Pediatrica.