Giovanissimi volontari crescono!

Giovanissimi volontari crescono!

“Sono 13 ragazzi di 2° media, molto diversi tra loro, alcuni più timidi ed altri più vivaci ed estroversi, ma accomunati dalla voglia di stare assieme”.
Così la catechista Silvia Visentin della 2^ Fraternità della Parrocchia di S. Andrea Apostolo di Cadoneghe ci presenta il suo fantastico gruppo di ragazzi che con entusiasmo hanno partecipato all’incontro con Puzzle per scoprire cosa sia la solidarietà e come si possa essere volontari fin da giovanissimi.

Dai laboratori creativi sono nate delle splendide opere d’arte che hanno portato la primavera nel nostro reparto. Scopritelo con i vostri occhi sfogliando in nostro album e leggendo l’intervista che abbiamo raccolto propria dalla viva voce di Silvia.

Grazie a tutti i ragazzi per questo dono immenso!

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Chi è Silvia Visentin?
Sono la catechista della 2^ Fraternità, Parrocchia di S. Andrea Apostolo (Cadoneghe). Sono sposata, ho due figlie e da 3 anni sono in pensione. Ho lavorato come Educatore professionale in una casa di riposo per anziani.

Sei la catechista della 2^ FRATERNITA’ (gruppo II^ media), cosa ti ha spinto a dedicarti a questa attività e quindi ai ragazzi?
Ho cominciato ad essere molto presente in parrocchia inizialmente come mamma e aiuto catechista per avvicinare le mie figlie alla fede cristiana, quindi a valori di fratellanza e solidarietà. Penso che la scuola, la famiglia e la parrocchia assieme possano concorrere alla formazione ed educazione dei ragazzi e rispondere alle sfide che i nostri tempi e la nostra società ci pongono. La parrocchia può essere vista come centro della vita cristiana e comunità di accoglienza ed inclusione sociale.

Ci racconti qualcosa del tuo gruppo?
Il mio gruppo è costituito da 13 ragazzi di 2 media, molto diversi tra loro, alcuni più timidi ed altri più vivaci ed estroversi, ma accomunati dalla voglia di stare assieme. In questo momento della vita, la preadolescenza, così difficile e ricco di cambiamenti fisici e psicologici, il gruppo dei coetanei è di importanza fondamentale. Creare opportunità per farli stare insieme e condividere esperienze positive significa favorire autostima, integrazione sociale ed evitare l’isolamento.

Avete realizzato una bellissima iniziativa a sostegno della nostra Associazione, ci racconti come è nata l’idea?
L’idea è nata dall’esigenza di promuovere un incontro con Associazione Puzzle, che svolge attività di volontariato in chirurgia pediatrica, per far conoscere ai ragazzi esperienze concrete di solidarietà. E’ un primo passo per stimolarli a “far qualcosa” per gli altri, dedicando un po’ del proprio tempo a bambini e coetanei che vivono situazioni di sofferenza. Durante l’incontro del 7/2/2021, i Rappresentanti dell’Associazione ci hanno proposto una collaborazione per la realizzazione di addobbi in occasione della primavera, per il reparto di chirurgia pediatrica, dove al momento causa covid, i volontari dell’associazione non possono entrare per svolgere attività di animazione.

Qual è stata la risposta e la partecipazione dei ragazzi a questa iniziativa?
I ragazzi hanno aderito con entusiasmo alla proposta di organizzare dei ” laboratori creativi” in patronato, il venerdì pomeriggio dalle 16.30 alle 17.30, dal 26/2 al 19/3, giorno in cui il nostro programma prevede la consegna degli “ addobbi di primavera”.

Quanto è importante spiegare ai giovani il valore della solidarietà?
Insegnare ai giovani il valore della solidarietà, in una società dove spesso prevalgono esempi di egoismo ed egocentrismo è molto difficile ed impegnativo. Si va controcorrente, ma è solo in questo modo che ogni essere umano può dare il proprio contributo per un mondo diverso. Spiegare ai ragazzi il valore della solidarietà significa dar loro l’opportunità di costruirsi una società e un futuro migliore.

Che obiettivi vi ponete dalla collaborazione con Associazione Puzzle?
La collaborazione con questa associazione ci permette di coniugare aspetti educativo/sociali con esperienze di volontariato attivo, idonee alla loro età, che devono far parte di un percorso di iniziazione cristiana.

Qual è il più grande insegnamento che i ragazzi ti trasmettono?
Penso la pazienza e l’umiltà. Umiltà perché stare con i ragazzi per me significa essere una goccia nel mare, un seme in mezzo a tanti altri sicuramente più importanti; pazienza perché in ogni incontro ci si mette in gioco, non sempre con successo, per catturare il loro interesse e riuscire a creare relazioni positive all’interno del gruppo.