Hei Hooo, Hei Hooo andiamo a lavorar: i 7 nani in Chirurgia Pediatrica!

Hei Hooo, Hei Hooo andiamo a lavorar: i 7 nani in Chirurgia Pediatrica!

Lo sappiamo, voi non ci credete, ma è proprio così! I 7 nani e Biancaneve hanno fatto visita ai piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica di Padova! E non sono arrivati soli! Infatti, erano in compagnia della bellissima Rapunzel!

Come sia possibile tutto questo? Semplice, sono tornati i “Blitz in reparto”, realizzati insieme ad Associazione Fantasy e agli ragazzi di Junior Camp, con i quali abbiamo già condiviso tantissime incursioni in Chirurgia Pediatrica i mesi scorsi. Questa volta sotto costumi e trucchi hanno dato vita a questi fantastici personaggi LucreziaNicolòAnnaMartaGabriMartinaAndrea e Francesca di Junior Camp e le bellissime animatrici di Associazione Fantasy.

Speriamo che raggiunga anche voi la magia di quei momenti leggendo queste righe che il “nano dal cappello rosso” Marta Faggion ci ha regalato! Buona lettura e grazie a tutti!

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Sembra essere un normalissimo lunedì mattina, il risveglio è un po’ traumatico ed è accompagnato dalla consapevolezza che al weekend mancano ancora cinque giorni.

Finito di mangiare, mentre mi stavo mettendo a letto per fare un pisolino ricevo un messaggio di Francesca. Francesca fa parte dell’Associazione Puzzle e il suo compito, insieme ad altri ragazzi, è quello di far brillare di felicità gli occhi dei bambini dell’ospedale di Padova.

Nel suo messaggio mi dice che ai ragazzi dell’Associazione manca uno dei sette nani e mi chiede se mi va di partecipare al blitz in reparto organizzato per questa sera. Rispondo di sì e la stanchezza della mattinata passa nel giro di pochi secondi. La partenza è prevista per le 18, sono le 14, il tempo per prepararmi non mi manca, eppure mi metto a correre per casa a cercare tutto il necessario per interpretare il settimo nano con la fretta di chi deve uscire da lì a pochi minuti.

Le ore passano veloci e sono nel punto di ritrovo insieme a Biancaneve, gli altri sei nani, Rapunzel, la fata turchina, Caterina e Mara. Sono tutti in incognito, un passante non sarebbe in grado di capire che sono persone speciali, ma a me piace osservare le persone, e intravedo nei loro occhi un guizzo di magia.

Arrivati in Ospedale ci prepariamo, io devo mettere solo cappello, naso e bottoni rossi, ero talmente emozionata che sono vestita da nano da quando ho ricevuto il messaggio di Francesca.

Noi nani dobbiamo camminare sulle ginocchia, giustamente, se da piccola mi avessero presentato un nano più alto di me non gli avrei dato molta fiducia.

Per prime incontriamo Esmeralda e Margherita. Esmeralda è da poco uscita dall’anestesia, parla e stringe forte il suo pupazzo, ma non riesce ad aprire gli occhi, chissà, forse pensa che il mondo che sta immaginando sia più bello di quello vero, se fosse un mondo tutto rosa e ricoperto di caramelle anche io al posto suo farei fatica ad aprire gli occhi.

Noi nani non riusciamo a convincere Esmeralda che il mondo è piena di magia e gli occhi conviene tenerli bene aperti perché se si fa attenzione qualche fatina a quest’ora della sera si riesce a vedere. Da Biancaneve e Rapunzel però si lascia convincere, e non la biasimo, due bellissime principesse sono più graziose di sette omini con la barba che probabilmente, essendo appena tornati dalla miniera di diamanti, non sono neanche troppo puliti e profumati.

I genitori sono al settimo cielo, e noi pure.

Margherita invece è molto timida, si nasconde dietro allo schermo del telefono e controlla ogni tre secondi che la mamma non scappi, ci vuole un po’ per convincerla che anche se siamo un po’ rumorosi siamo qui per farle compagnia. Dopo poco si abitua e ci racconta delle avventure che tutti i giorni vive con il suo pupazzo che, nonostante non abbia un nome, si vede subito che ha carattere da vendere ed è il compagno di viaggio ideale.

Il nostro viaggio continua, entriamo e usciamo dalle stanze, donando un po’ di magia e ricevendo in cambio timidi sorrisi e sguardi che valgono più di mille parole.

La serata giunge presto al termine, usciamo dal reparto e ci cambiamo, controvoglia torniamo ad essere persone normali, la magica sensazione di aver reso felici i bambini però rimane.

Tornata a casa mi stendo a letto e mi addormento subito, sogno il mondo rosa e ricoperto di caramelle che sono sicura anche Esmeralda ha sognato, con la consapevolezza che domani aprirò gli occhi e andrò anche io ricerca delle fatine di cui le abbiamo parlato, nella speranza che la prossima volta che ci sarà bisogno di me sarò in grado di descrivere  ai bambini tutti e mille i colori delle loro ali.

Marta Faggion