Il racconto che Sara, animatrice Junior Camp, ci ha regalato dopo la sua esperienza all’ultimo Blitz in reparto “Fattoria IA IA O” è un fiume in piena di emozioni, di qualche lacrima (di gioia!), ma soprattutto di tanti sorrisi. Quelli donati, ma soprattutto quelli ricevuti dai piccoli pazienti, ma anche dai loro genitori. Perché alla fine, il segreto di ogni blitz è sempre lo stesso: il sorriso, che è sempre contagioso.
Grazie Sara per questo bel racconto!
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Entriamo da quella porta. Ci prepariamo. Scattiamo foto simpatiche perché siamo ragazzi social. Ridiamo e torniamo un po’ bambini. Stampiamo il sorriso in faccia. Saliamo le scale e leggiamo CHIRURGIA PEDIATRICA. Foto di rito e il cuore si ferma per qualche attimo. Ti rendi conto che hai un travestimento assurdo addosso, ti capita di essere una mucca o un toro, un maiale, un’ape, un contadino, un gallo o una gallina, una pecora, un cavallo, un coniglio o una volpe ma insomma sempre ridicolo sei! Ti rendi conto che stai ridendo e scherzando con ragazzi che magari hai appena conosciuto e che stanno condividendo con te la stessa esperienza. Ti rendi conto che stai scattando selfie a nastro e ascoltando in loop la canzone della vecchia fattoria e che sei solo al primo ritornello ma già ti sembra di averla ascoltata dieci volte. Non ti rendi però conto che stai entrando in CHIRURGIA PEDIATRICA. Ma cosa vuol dire? Ma chi trovo? Ma cosa si aspettano i bambini? Ma cosa devo fare? Ma i genitori? Li posso salutare? Cosa penseranno mai? E se sbaglio? E se dico cose che non devo dire?
Con questo blitz ho dato risposta a tutti questi miei dubbi e vi dico che a tutti questi quesiti la risposta è questa: il SORRISO.
Basta sorridere per contagiare tutti, bambini, mamme e papà, infermieri, nonni, parenti, fratelli e sorelle! È di questo che loro hanno bisogno, far vedere loro che non sono soli, che i loro bambini possono essere felici.
Ho raccontato questa mia esperienza ad una persona a me cara, dicendogli che anche questa volta, pur essendo la seconda esperienza, ho versato due lacrime appena tornata a casa e mi è stato detto: ma cosa ci vai se poi stai male? E così ho capito che se non provi, non vivi, non puoi comprendere. Non sono lacrime di dolore, ma di felicità! Vedere certi volti fa davvero male, ma vederli cambiare umore perché sei lì te, distribuisce una carica, un’energia, una forza PAZZESCA!
Il resto è tutto da vivere, da provare, nulla si può spiegare, né con foto, né con parole!
Grazie Associazione Puzzle, grazie Cate, grazie Junior Camp.
Sara Ranzato
Animatrice Junior Camp