Venticinque anni, una laurea magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata, un semestre di tirocinio da svolgere in Chirurgia Pediatrica.
Di chi parliamo? Di Alessandra Farina, che da qualche settimana fa parte del team Puzzle in reparto, affiancata dalla nostra psicologa Benedetta Bonato e dalla nostra educatrice Eleonora Stecca.
Le abbiamo chiesto di raccontarci il suo percorso di studi e i suoi progetti per il futuro.
Ben arrivata Alessandra!
Alessandra, cosa studi? Quale percorso stai seguendo?
Ciao, mi chiamo Alessandra e ho 25 anni. Nel 2016 mi sono trasferita a Padova, città nella quale ho svolto la laurea triennale in Scienze Psicologiche Cognitive e Psicobiologiche e, successivamente, la magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata. Ho concluso il mio percorso di studio nell’aprile del 2022, con una tesi relativa all’incertezza nelle relazioni sociali durante il Covid-19, argomento che mi ha appassionato molto. Ho continuato poi svolgendo il primo semestre di tirocinio Post Lauream nel Laboratorio di Psicopatologia Sperimentale, all’interno del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova. In questo semestre ho approfondito le conoscenze su alcuni fattori di vulnerabilità trans-diagnostici (ad esempio intolleranza all’incertezza, disregolazione emozionale, insoddisfazione corporea) in popolazione non clinica.
Cosa ti ha portato a scegliere la nostra Associazione per il tuo tirocinio?
Per svolgere il mio secondo semestre di tirocinio Post Lauream ho scelto Associazione Puzzle, spinta dalla voglia di mettermi in gioco. Il mio percorso universitario è stato molto teorico e i tirocini che ho svolto si sono concentrati principalmente nell’ambito della ricerca. Sentivo la forte necessità di mettermi alla prova e di interfacciarmi con gli altri. Ho conosciuto la Dott.ssa Bonato e, tramite lei, l’associazione Puzzle. Ho subito percepito la loro volontà di porgere la mano al prossimo, di fornire un aiuto concreto a coloro che sono in difficoltà; questa mi è sembrata un’ottima occasione per mettere le “mani in pasta” e tentare di fare del bene sfruttando ciò che avevo imparato fino ad allora.
Cosa ti aspetti da questa esperienza in reparto?
Sei mesi in reparto mi consentiranno di conoscere le storie di tante persone, con provenienze, dinamiche, problematiche e punti di forza differenti. Solo questo è quello che mi aspetto: conoscere l’altro nella sua interezza, accogliere tutto ciò che ha da dare e da dire, costruire insieme un luogo sicuro nel quale ci si possa muovere con libertà.
Hai già avuto esperienze di attività a contatto con i bambini? Un ricordo speciale?
Nonostante io non abbia ancora avuto esperienze in ambito clinico con i bambini mi interfaccio con loro da tempo. Ho infatti avuto diverse esperienze di baby-sitting a partire dalle scuole superiori. Inoltre, nell’estete del 2016, ho coordinato un gruppo di bambini di età e provenienza diversi in un campo estivo tenuto da un’organizzazione locale. Quell’esperienza mi ha lasciato un segno, farsi dono l’un l’altro della propria diversità, condividere i propri vissuti, superare insieme alcune piccole grandi difficoltà, mi ha riempito il cuore.
Cosa ti dona stare a contatto con i piccoli pazienti?
Essere a contatto con questi piccoli pazienti mi permette di avere una prospettiva diversa sul mondo. Talvolta con l’età ci guadagniamo in altezza ma ci perdiamo in sensibilità. Per questo motivo il contatto con loro mi permette di avere uno sguardo un po’ più chiaro sulle priorità della vita. Vedere come piccoli eroi affrontano il destino che gli è stato assegnato, cercando di rubare al quotidiano tutto il buono che può dare loro, mi sembra l’insegnamento più importante.
Cosa sogni/desideri per il tuo futuro?
Non so cosa mi riserverà il futuro, ma penso sempre che guardandomi indietro non vedo nessun altro presente se non quello che sto vivendo. Per il futuro mi auguro la stessa cosa, di darmi sempre la possibilità di cambiare strada ma di essere consapevole e soddisfatta di quella che sto percorrendo. Dal punto di vista lavorativo sicuramente desidero lavorare in un contesto stimolante che possa aiutarmi a coltivare la mia passione per la cura del benessere mentale e a crescere ogni giorno, sia professionalmente che personalmente.