Pony & pet-therapy: un nuovo progetto per i piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica

Pony & pet-therapy: un nuovo progetto per i piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica

E’ iniziato il 10 maggio, accolto con grande entusiasmo e partecipazione, un nuovo progetto per i piccoli pazienti del Reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova! Grazie al desiderio di contribuire a rendere più sostenibile e leggero il soggiorno dei bambini ricoverati, Elena e Roberta della Scuola Pony Pegaso, hanno dato vita ad un’iniziativa unica, “Il mio amico cavallo”,  un percorso articolato in diversi incontri (il prossimo sarà il 24 maggio), che vedranno protagonisti i bambini, il nostro educatore Fabio e i pony. Scoprite tutti i dettagli del progetto raccontato dalla viva voce di Elena e le foto della prima giornata sulla nostra pagina Facebook!

Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordiamo che Elena e Roberta saranno presenti con i loro pony all’evento ROCKIDS 2016, in programma per il 18 e 19 giugno al Parco del Castello di Peraga a Vigonza.

13150107_10209649350819608_674957599_nAbbiamo chiesto a Elena, fondatrice della Scuola Pony Pegaso, di raccontarci la storia della scuola e del suo sogno che è riuscita a realizzare e che giorno dopo giorno porta avanti con entusiasmo:

Perchè è nata Associazione Pegaso?
Elena: Pegaso è nata da una mia idea, un sogno nel cassetto, un’idea di equitazione ” Kids friendly” alla portata di bambini che si approcciano per la prima volta a questa disciplina sportiva, che implica anche un approccio educativo e di crescita a loro misura, senza dimenticare che lo stesso amore e dedizione viene dedicato ai nostri pony.

Perchè avete scelto la nostra Associazione?
Elena: Abbiamo scelto di sostenere Associazione Puzzle perché si dedica a progetti rivolti ai bambini che hanno incontrato difficoltà nel loro cammino e riteniamo sia un messaggio importante da dare ai nostri allievi. Mai dare per scontati i doni dei quali disponiamo, mai dimenticare chi non è altrettanto fortunato; quindi, come ci prendiamo cura dei nostri compagni di lavoro, i pony Pegaso, é giusto prendersi cura anche di chi ha bisogno, ciascuno nelle proprie disponibilità e mezzi. Riassumendo: l’equitazione si basa moltissimo sull’empatia, della quale il cavallo per sua natura é dotato, quindi noi istruttori Pegaso vogliamo allenare i nostri allievi anche in questo modo, all’empatia, cioè mettersi nei “panni” degli altri.

Che laboratori avete progettato per i piccoli pazienti del reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova?
Elena: Partiremo col dare delle conoscenze di base su questo straordinario animale abbinando l’esperienza tattile, ad es. quando spiegheremo che il suo giaciglio é fatto di paglia, la faremo toccare ai piccoli pazienti, così come faremo toccare loro le spazzole usate per il grooming. Vogliamo portarli a prefigurarsi in modo graduale questo ipotetico amico per poi produrlo graficamente nell’ultimo incontro e anche costruendo un peluche a forma di cavallo che possa tener loro compagnia. Dall’idea alla realtà. Nel nostro ideale poi sarebbe bello immaginare, una volta guariti, di poter accogliere questi piccoli pazienti presso la nostra scuderia e proseguire il percorso di recupero più che altro emotivo, con una serie di incontri di pet-therapy, intesa come attività assistita con gli equidi.

PegasoHai un ricordo che vuoi raccontarci particolarmente significativo di questa tua esperienza?
Elena: Il ricordo che porto nel cuore è legato al rapporto di fiducia e rispetto che io e i miei pony abbiamo sviluppato nel corso del tempo, quando lavoriamo in campo con gli allievi. In particolare, un giorno, un allievo alle prime armi, non avendo ancora chiari i comandi e il modo nel quale fare le richieste alla mia pony Cindy, stava indisponendo e mettendo sotto stress la cavalla, lei, anziché imbizzarrirsi o sgroppare, pian pianino un passetto alla volta è venuta verso di me al centro del campo mi si è avvicinata di fronte, guardandomi diritta negli occhi e ha appoggiato la sua testa nel mio grembo, immobile. Questo gesto mi ha commossa moltissimo, io in quell’occasione le ho parlato nelle orecchie dicendole:” lo so Cindy, lo so, hai ragione ma il bimbo sta imparando, porta pazienza dai!”. Questo gesto mio e suo ha lasciato di stucco l’allievo che ha compreso e si è impegnato moltissimo successivamente, ottenendo ottimi risultati nel tempo.

 

PegasoRoberta, istruttrice del centro, abbiamo chiesto, invece, di raccontarci le sue motivazioni a lavorare con i cavalli per aiutare i bambini e che scopi ha l’ippoterapia di cui si occupa da anni:

Cos’è l’ippoterapia e che scopi/obiettivi ha?
Roberta: L’ippoterapia e’ un termine che in realtà non esiste più dato che grazie alle linee guida sugli interventi assistiti con glia animali, emanate l’anno scorso dal Ministero della Salute, si sono codificati tutti questi tipi di interventi intesi come Pet therapy, per cui con gli equidi si possono fare interventi finalizzati al recupero emotivo, fisico o educativo a seconda dell’esigenza.

Possono accedere tutti o serve qualche requisiti?
Roberta: Possono accedere ad interventi di pet-therapy tutti quei soggetti che ne possono trarre vantaggio, sulla base di una valutazione medica che attenga ai deficit motori o psico-educativi. In sostanza ci dev’essere un soggetto inviante ed un’equipe multidisciplinare dall’altra parte ricevente. Va impostato un progetto con finalità e obiettivi che poi vengono riscontrati.

PegasoIn quali situazioni (malattie) è più idoneo e dà i migliori risultati?
Roberta:  Dal mio personale punto di vista ed esperienza, il supporto delll’equide-cavallo negli IAA da’ ottimi risultati più sul piano del recupero legato alla sfera emozionale ed educativa. Il recupero di funzionalità motorie e’ complesso e difficilmente misurabile.

Hai un ricordo che vuoi raccontarci particolarmente significativo di questa tua esperienza?
Roberta: Il ricordo più forte e’ inerente un primo incontro fra un allievo affetto da un lieve ritardo mentale con tratti autistici e il nostro pony Tobia, il bimbo si è avvicinato da davanti e invece di accarezzarlo o toccarlo con la punta delle dita come faceva per tutto ciò che incontrava, esseri umani inclusi, ha preso la testa del pony con le mani e ha appoggiato la sua fronte sulla fronte del pony, immergendosi completamente nel ciuffo di Tobia. E li è rimasto per alcuni minuti, il pony. Immobile, sembrava stregato da lui.