Un Natale speciale da renna solidale

Un Natale speciale da renna solidale

Dietro alle maschere e ai costumi dei personaggi dei nostri Blitz in reparto, si celano piccole grandi storie di vita. Oggi vogliamo raccontarvi la storia della nostra pazza renna Giovanni, che quest’anno ha animato numerose nostre scorribande natalizie. Una testimonianza importante per un giovane volontario che, da piccolo paziente della Chirurgia Pediatrica qual è stato, conosce le difficoltà per un bambini di affrontare il ricovero e che oggi può portare il SUO sorriso per alleviare le sofferenze di chi oggi occupa i lettini del reparto.
Grazie Giovanni, perché la volontà di fare “il bene fatto bene” e di portare un sorriso, è stata più forte di ogni paura. Benvenuto tra noi!

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23/12/2019, antivigilia del Santo Natale, una data che non potrò mai dimenticare.
Dopo mesi passati a guardarmi tutte le foto ed i video dei miei amici che facevano delle stupende irruzioni di felicità nel reparto di pediatria dell’ospedale, finalmente ho preso coraggio ed ho scritto alla Cate e le ho chiesto se fosse possibile unirmi a quello splendido gruppo, con risposta ovviamente positiva.

La verità che solo pochi sanno è che in realtà ho passato parecchio tempo come piccolo paziente in quel reparto e, anche se non ero abbastanza grande da ricordare ogni singolo particolare, non posso assolutamente dimenticare la spiacevole sensazione dell’essere ricoverato, soprattutto in tenera età.

Sì lo confesso, avevo paura che mi tornassero in mente cose spiacevoli sentendo odori, vedendo situazioni problematiche, genitori preoccupati e musetti abbattuti di quelle povere anime che si trovano costrette a scontare una “pena” con una tale ingiustizia da farmi infuriare solo al pensiero.
Poi però ad un certo punto ho detto basta a questo egoistico pensiero e mi sono buttato nella mischia. Dopo un blitz di rodaggio in un centro di ritrovo per anziani (esperienza pazzesca anche quella) ecco il test ufficiale in Pediatria, questa volta nei panni di una renna fuori dall’ordinario.

L’educatorela psicologa preparano noi novellini a ciò che troveremo una volta in reparto e devo dire che un po’ l’ansia da prestazione mi è salita, ma non tanto per cosa potevo trovare, ma per la paura di non riuscire a trasmettere a chi avevo davanti tutto ciò che avevo da dargli.

Addobbati a dovere e con una fantastica coreografa appresso entriamo nelle prime stanze armati di sorrisi e troviamo vari tipi di reazione alla nostra presenza: stupore, felicità, timidezza; ma quando Babbo Natale ha iniziato a distribuire i regali subito tutte queste reazioni si sono trasformate in sorrisoni a 32 denti (da latte).

Abbiamo alternato canzoni di Natale a reggaeton su richiesta, passando per “sciolgo le trecce ai cavalli”, arrivando al trash italiano sul quale le due renne hanno regalato un’esibizione memorabile, supportate poi dai due super folletti.

Di stanza in stanza mi rendevo conto sempre più di quanto fossero infondate le mie paure, di quanto fosse facile concentrarsi solo sulla risata del bambino, senza minimamente far caso alla situazione che si aveva davanti.

Essere sé stessi, dare il meglio di sé, non smettere mai di sorridere e fare gli scemi quanto più possibile, ecco le semplici regole da rispettare.

Mi ha lasciato davvero tanto questa esperienza ed io sento di aver lasciato davvero tanto a loro poiché una volta uscito mi son sentito così leggero che quasi volavo, tutta la stanchezza della giornata, i pensieri e quant’altro erano magicamente spariti ed erano rimasti fuori da quel fantastico costume.
Ho deciso di sposare la causa di Puzzle, perché di sì, perché è giusto, perché lo voglio, perché tutti hanno diritto di sorridere.

Le cose che davvero ricordo bene di quando ero ricoverato in pediatria sono proprio queste, le infermiere che entravano con il sorriso, scherzando e portandoti giochi, regalandoti quel piccolo momento di felicità che ti aiutava a superare le difficoltà con le quali mai nessuno dovrebbe convivere, soprattutto un bambino.

Ringrazio infinitamente Caterina, Mara (che spero di non aver fatto piangere) e tutti coloro che mi hanno permesso di vivere questa esperienza, la prima di molte e questo lo posso garantire!

Grazie infinite Puzzle ❤

Giovanni Pozzuoli